Il progetto gestionale
Progetto tecnico-organizzativo, elaborato da “Intrecci” Società Cooperativa Sociale per il Servizio di Gestione del Canile consortile (rifugio e sanitario) delle Comunità Montane della provincia di Sondrio e del Comune di Sondrio. Biennio 2013-2014
PREMESSA
La Società “Intrecci” cooperativa sociale nasce dalla fusione di tre realtà analoghe, una delle quali, la “Bucaneve” Società Cooperativa Sociale dal 2004 ha la responsabilità del servizio di gestione del canile. Oltre alla gestione del Canile, la Cooperativa ha collaborato con l’ASL per la cattura dei cani randagi nell’intero territorio provinciale acquisendo quindi ulteriori competenze nel contrasto al randagismo e sul benessere degli animali.
Queste esperienze sono alla base del presente progetto tecnico organizzativo.
PERSONALE
Nello svolgimento del servizio viene impiegato il seguente personale:
- un dipendente part-time 32 ore settimanali, assunto a tempo indeterminato e con dieci anni di esperienza specifica come operatore del canile consortile di Busteggia;
- un dipendente part-time 6 ore settimanali, educatore cinofilo, assunto a tempo indeterminato e con quattro anni di esperienza specifica come operatore del canile consortile di Busteggia;
- soggetti svantaggiati ai sensi della legge n. 381/91 già in carico alla cooperativa nei settori manutenzione del verde e pulizie impiegati nella cura delle aree verdi del canile e nei servizi di pulizia della palazzina uffici del canile, per un impegno annuo pari a ore 624 annue (12 settimanali)
- un responsabile socio volontario della cooperativa come previsto dalla legge n. 381/91.
ll personale che opera all’interno del canile è qualificato e formato, ma è anche, soprattutto, particolarmente motivato, in quanto questo lavoro necessità di una forte disponibilità ed empatia nei confronti degli animali.
Nell’organizzazione del lavoro vengono tenute in forte considerazione gli eventuali motivi dell’insoddisfazione e si cerca di favorire il senso di appartenenza, dell’autorealizzazione e della socialità. Le leve per un buon clima relazionale all’interno dell’ambiente di lavoro sono le più varie, una fra esse è certamente il riconoscimento delle capacità e attitudini, ma anche e soprattutto l’assegnazione di responsabilità precise.
In tale contesto è ritenuto opportuno dividere le attività amministrative e burocratiche da quelle relative ai rapporti con il pubblico. Sono infatti molte le persone che si rivolgono al canile per informarsi sulle modalità e sugli adempimenti per l’adozione di un cane, per prenotare visite mediche o per i controlli relativi a cani adottati, per chiedere notizie sugli smarrimenti o informazioni su come risolvere alcuni loro problemi nella custodia del proprio animale. In alcune attività legate al rapporto con il pubblico si è reputato interessante coinvolgere ed essere coadiuvati dai volontari per valorizzarne l’azione ed il ruolo.
GESTIONE RAPPORTI CON IL PUBBLICO
“Canile aperto”
Il canile, oltre ad essere un luogo finalizzato alla custodia e al mantenimento degli animali, deve essere anche un ambiente rivolto alla socialità in cui ogni animale ha la possibilità di ricevere cibo e cure, di giocare e interagire con i propri simili e con le persone. Uno degli obiettivi primari è quello di impedire che i cani ospitati rimangano troppo a lungo o, purtroppo, per tutta la vita, nei box o negli stabulari. A garanzia che l’ospitalità dell’animale sia temporanea bisogna innanzitutto che i cittadini conoscano il canile, lo frequentino e che sia un luogo in cui incontrare un nuovo amico. Per questo motivo pensiamo al canile come ad un ambiente di “socialità” in cui persone ed animali si incontrano, un posto sicuro, sereno e controllato dove le persone possano socializzare anche fra loro scambiandosi le esperienze vissute con il proprio cane. Il canile può divenire sede e riferimento per realizzare momenti educativi rivolti a bambini o ad adulti per insegnare a leggere correttamente i messaggi espressivi del cane attraverso il quale comunica le sue emozioni e le sue intenzioni. Conoscere bene il linguaggio del cane ci permette un approccio corretto con l’animale. L’obiettivo di avvicinare i cittadini al canile potrà essere realizzato anche con la creazione di “eventi” di informazione, formazione e conviviali.
BENESSERE ANIMALE - ADOZIONI – CAMPAGNE PER L’AFFIDO
Il benessere degli animali deve essere inteso non solo come buono stato di salute fisica, ma anche come recupero di un legame fra uomo e animale. Per questo motivo partiamo dal principio che la permanenza degli animali nel canile deve essere il più breve possibile. Durante il loro ricovero, inoltre, non deve mai mancare l’interazione con l’essere umano: momenti di gioco, momenti di semplice passeggiata, pulizia dell’animale, ecc. Il contatto diretto con l’essere umano è estremamente importante per il raggiungimento dell’obiettivo finale: che è quello di dare in adozione il cane.
Centrale e necessario è l’utilizzo dello spazio adibito ad area di “socializzazione”: un area di gioco e di apprendimento dei semplici comandi di base di ubbidienza e di condotta. E’ noto, infatti, che un cane “educato” risulta più facilmente gestibile e, quindi, adottabile.
Questa attività offre anche l’opportunità di rendere più idonea ed appropriata l’assegnazione del cane al nuovo affidatario, prendendo in considerazione i reciproci temperamenti. La scelta dell’animale diventerebbe, quindi, il frutto dell’analisi di una molteplicità di fattori e possibilità, con l’unico obiettivo di garantire il buon esito del nuovo rapporto ed evitare un ritorno al canile frustrante sia per l’animale che per la persona che lo ha adottato, il quale sarà anche disincentivato ad una nuova adozione.
L’area di “socializzazione” non deve essere solo il luogo in cui si va tanto per uscire dal box, ma un momento in cui il cane apprende, conosce situazioni nuove, sente nuovi odori, gioca, impara a fidarsi delle persone e, quindi, un momento di crescita per lui.
Per i cani aggressivi, traumatizzati o con comportamenti ripetitivi o autolesionisti provenienti da maltrattamenti o da un lungo stato di abbandono è previsto un percorso rieducativo. Il percorso educativo viene attuato da un educatore con l’ausilio degli operatori e dei volontari.
Le adozioni sono l’aspetto più importante, ma anche il più critico, della gestione di un canile. Si può passare da “dare via tutti i cani a qualsiasi costo” rischiando così di vederli rientrare entro pochi giorni o, ancora peggio, di dare l’avvio ad un passaggio da un affidatario all’altro. Oppure si può essere selettivi a tal punto da saturare ben presto la capienza del canile.
L’esperienza maturata ci insegna che un corretto accoppiamento uomo/animale si basa non solo sulla valutazione delle caratteristiche del cane, ma anche di quelle del nuovo affidatario, del nucleo familiare e del luogo di abitazione, nonché delle aspettative che hanno indotto le persone all’adozione. Per evitare che le valutazioni su affidato e/o affidatario siano di tipo soggettivo o peggio, emozionali, abbiamo predisposto uno specifico protocollo.
Solo attivando un sistema di adozioni finalizzato a garantire un armonico abbinamento uomo / animale si può infatti pensare di ridurre il numero dei rientri, evitare il sovraffollamento della struttura e restituire ai cani una vita più dignitosa in cui è presente dell’affetto umano.
Per le adozioni si segue una procedura che disegna un percorso atto a sviluppare una conoscenza ed empatia fra adottato e adottante e che essenzialmente prevede le seguenti tappe:
- le pratiche di adozione vengono seguite da un addetto del canile in collaborazione con i volontari;
- chi vuole adottare un cane deve compilare un questionario al quale seguirà un colloquio con un membro dello staff; vengono illustrate le necessità del cane, le caratteristiche comportamentali ed etologiche, le principali patologie a cui possono andare incontro, le particolarità del legame affettivo che si istaura e le leggi che riguardano il possesso degli animali.
Una serie successiva di visite al canile permette di stabilire la serietà dell’impegno del nuovo affidatario, di fornirgli elementi pratici sulla gestione dell’animale al fine dell'instaurarsi di un buon legame; questo periodo di prova serve a creare un rapporto empatico tra cane e nuovo affidatario così che l’uomo impari a capire il cane ed a comunicare con lui.
Qualora dopo l’adozione i “neoaffidatari” dovessero avere dei problemi possono rivolgersi allo staff che fornirà una consulenza post-adottiva che li aiuta a capire l’evoluzione del loro rapporto e suggerisce cosa fare intervenendo, se richiesto, anche presso le abitazioni.
Non verranno dati in adozione né affidati cani a persone che si sospetta possano utilizzarli per combattimenti, riproduzione incontrollata oppure richiesti per scopo esclusivo di guardia, altresì non vengono dati in adozione né affidati cani a soggetti riconosciuti colpevoli dei maltrattamento e crudeltà nei confronti degli animali.
GESTIONE RAPPORTI CON I VOLONTARI
La presenza e l’attività di volontari presso il canile è gradita e valorizzata ma anche normata da uno specifico regolamento disponibile nel sito. L’attività dei volontari è finalizzata a contribuire al benessere degli animali e quindi alla socialità dell’animale, favorendo così i possibili affidi.